08/02/2021 LE PAROLE E LE BESTIE COMINCIAMO DALLE PAROLE... STUPEFACENTE!! Emozioni che si accavallano in una fantasmagoria di parole, immagini, oggetti, suoni, odori, persone... Presente, passato, futuro, paesaggi vicini e lontani si alternano e si sovrappongono attraverso suggestive evocazioni in una dimensione quasi mitica, senza tempo e senza spazio, perché alla fine tutto si interiorizza.
E la fantasia galoppa a cento all'ora, inseguendo milioni di tessere, che ora si incastrano ora si scompongono in miriadi di sensazioni contrastanti.... E ogni cosa si dissolve e si ricompone nel suo contrario, perché "il vuoto è il pieno e il sereno è la più diffusa delle nubi".
E passi dalla risata alla malinconia, in attesa della prossima parola ardita, della metafora assurda, del paradosso, del riferimento letterario, che, da Dante a Montale a Pavese, diventa tutt'uno con quell'atmosfera d'altri tempi e col vissuto personale, in cui il lettore, in parte, inevitabilmente si rispecchia.... INCREDIBILE DAVVERO!!
E POI SI CAPOVOLGE IL LIBRO... E SI RIPARTE PER NUOVE, STRABILIANTI AVVENTURE. Così, come nella vita, qualche volta: capovolgi il tavolo e ricominci... e sei di nuovo in corsa...
E stavolta SI RICOMINCIA DALLE BESTIE: sono loro in scena stavolta e, sullo sfondo, gli uomini. Ma è proprio vero? Forse la reale protagonista del "rovescio" o "diritto" del libro (dipende sempre dal punto di osservazione) è proprio questa nostra tanto millantata umanità, umanità imperfetta, malata, corrotta dalla storia, dalla guerra, dalla politica, dagli ideali "bugiardi" e traditi, dai massimi sistemi, dalla follia camuffata da ideologia, dalla ricerca affannosa di un Dio che si burla spesso di noi. Si gioca sulla paronomasia "umano"-"disumano"... Ed eccola vera "bestialità": quella di chi si crede razionale e onnipotente e riesce solo, come Mida, a distruggere tutto ciò che tocca, con la sua insensata crudeltà che arriva perfino, a tratti, a divenire sconcia e oscena.
Ma gli animali no, loro sono vittime pazienti e rassegnate di tale "bestialità" umana, e con dignità osservano ed accettano il lento fluire della vita e le sue leggi inesorabili, e si immolano, e la loro carne si fa sapore per il nostro palato. Ed è per loro che fai il tifo, alla Bene; giocando, è uno di loro che vorresti essere, se potessi scegliere: il magnifico lupo o il buffo ippopotamo o, perfino, la piccola indifesa simpatica chiocciola... Animali, "bestie", nell'accezione più positiva del termine: vite anonime che scorrono intorno a noi, ma anche sottili, profonde allegorie! Sono i "sereni animali che avvicinano a Dio" di Saba, che rappresentano "l'infinito dell'umiltà".
E "all'infinito dell'umiltà" appartengono anche i pochi "salvati" dell'umanità qui rappresentata: sono gli ultimi, i reietti, i bevitori delle bettole, che, tra fiumi di vino, disquisiscono di Dio attraverso una metafisica spicciola, popolare, un po' proletaria.
Tante le citazioni letterarie e non, anche in questa parte: da Pavese, a Pasolini, a Schopenhauer, a tanti poeti e scrittori "minori"... Mamma "minori" perché? Solo perché non baciati dalla fortuna, dal successo, dal business, perché un po' alternativi? Ma proprio per questo ti intrigano, e ti viene voglia di andarli a scovare, a leggere, di farli anche tuoi...
OTTIMA FUSIONE, QUINDI, FRA QUESTI DUE AUTORI: BARBARA BIZZARRI E GIANNI PRIANO. UN PERFETTO INCASTRO, UN INNESTO RIUSCITO: le sezioni combaciano perfettamente: sono tutte storie di vita quotidiana stimolanti, provocatorie, che ti scuotono e ti stupiscono con emozioni sempre nuove!
E INFINE, A CONDIRE IL TUTTO CON UN PO' DI BRIO E DI INFANTILE ALLEGRIA C'E' LEI, la STRABILIANTE ARTISTA CANTASTORIE, L' "UGOLOTTA", come si autodefinisce SIMONA UGOLOTTI in uno splendido autoritratto. Colori delicati, contorni decisi, forme stilizzate dipingono piccole miniature e quadri "apocalittici". Ma è un' "APOCALISSE SIMPATICA" la sua, dove gli animali vivono in serena armonia, dove musica e colore si fondono nel tripudio di una gioiosa sinestesia: animali in festa tra le note di una lussureggiante natura. È così che io immagino il Paradiso, anzi, il Paradiso Terrestre...
MILENA PRANDINI
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